Rubriche
tratto dal n.05 - 2000



Joseph Ratzinger attraversa piazza San Pietro

Joseph Ratzinger attraversa piazza San Pietro

Ratzinger cita Papini
Il timore che il Giubileo si tramuti in «una vasta speculazione turistica, in una specie di kermesse euforica»

L’11 maggio il cardinale Joseph Ratzinger ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione dei due fascicoli della rivista Il Veltro dedicati all’anno giubilare del 2000. Il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, tra i tanti contributi presenti nell’opera, ha scelto di citare «le profonde e nello stesso tempo amare constatazioni che Giovanni Maria Vian trae dal commento dello scrittore italiano Giovanni Papini sull’Anno Santo 1950». Nel suo saggio, Vian scrive infatti questo brano citato da Ratzinger: «Alla vigilia dell’Anno Santo [1950] e poco dopo la sua apertura Giovanni Papini, che nel 1925 aveva delineato la necessità delle quattro riconciliazioni giubilari (con Dio, tra i cittadini, tra i popoli, tra i cristiani), s’era interrogato, pessimisticamente ma con riflessioni incontestabili, sull’assenza del senso del peccato, indispensabile per un’autentica celebrazione giubilare: “Quanti saranno, tra gli innumerevoli pellegrini a tariffa ridotta, incamminati verso le tombe degli apostoli, che sentiranno davvero, nel fondo più profondo dell’anima, il morso e il pungolo del peccato? Voglio sperare che sian molti, anzi che siano i più. Ma non è pur da temere che molti dei sedicenti pellegrini, cresciuti in un mondo che sempre più dimentica o ignora il senso del peccato – siano soltanto dei bravi turisti che col pretesto dell’Anno Santo voglion vedere o rivedere, con modica spesa, la famosa Roma e la bella Italia?”. E in un altro scritto sul Giubileo, constatando che “moltissimi, troppi, ne discorrono come se dovesse essere una fruttuosa stagione turistica, un pretesto di viaggi comodi e a buon mercato, una specie di fiera cosmopolita rallegrata dagli svaghi dei peregrinanti e dai guadagni degli ospitanti”, lo scrittore cattolico concludeva che “nell’animo di qualche solitario e forse intempestivo cristiano rimane l’impressione – malinconica impressione – che sia deformato e perduto, nei più, l’altissimo significato, catartico e mistico, dell’Anno Santo. Essi temono, forse a torto, che il rito giubilare, stabilito per placare il dolore del peccato, si tramuti, nella sarabanda degli interessi e degli agi moderni, in una vasta speculazione turistica, in una specie di kermesse euforica e mammonica. A codesti dubitosi cristiani si può rispondere che Dio soltanto vede, scruta e scandaglia il fondo delle anime. Anche questa volta, nei brulicanti stuoli dei gai pellegrini, Egli saprà riconoscere i Suoi”».
Il due fascicoli del Veltro (direttore responsabile Virginia Cappelletti) oltre ad ospitare il citato contributo di Vian contengono dei saggi firmati dagli arcivescovi Tarcisio Bertone, Jorge María Mejía, Marcello Zago, dai vescovi Diarmuid Martin, Piero Marini ed Eugenio Romero Pose, da monsignor Gianfranco Ravasi e dai padri Giovanni Marchesi, Michele Piccirillo, Giacomo F. Puglisi e Carlo Cremona.


Sacro Collegio
La morte di O’Connor e Sladkevicius. Gli 80 anni di Sfeir

Il 3 maggio è deceduto il cardinale John Joseph O’Connor, dal 1984 arcivescovo di New York. Per celebrare i funerali, l’8 maggio, è arrivato da Roma il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, mentre l’omelia è stata pronunciata dal cardinale di Boston Bernard Francis Law.
Il 28 maggio è spirato il cardinale Vincentas Sladkevicius, dall’89 al ’96 arcivescovo di Kaunas, che avrebbe compiuto ottanta anni il 20 agosto. Era l’unico porporato lituano ed anche l’unico membro dell’ordine dei chierici mariani del Sacro Collegio.
Il 15 maggio poi ha compiuto ottanta anni il porporato libanese Nasrallah Pierre Sfeir, dall’86 patriarca di Antiochia dei Maroniti.
A fine maggio, quindi, il Sacro Collegio risulta composto di 148 cardinali, di cui 100 elettori. Di questi ultimi il gruppo italiano risulta quello di maggioranza molto relativa (diciassette), in seconda posizione ci sono gli statunitensi (sei). I cardinali appartenenti ad ordini religiosi sono ventiquattro, di cui diciotto elettori (tra questi ultimi: cinque gesuiti, quattro francescani, tre salesiani).


Nomine
Egan nuovo arcivescovo di New York

L’11 maggio è stata resa pubblica la nomina del nuovo arcivescovo di New York. Si tratta di Edward Michael Egan, 68 anni, dall’88 vescovo di Bridgeport nel Connecticut. La pubblicazione della nomina era prevista per giovedì 4, ma la scomparsa di O’Connor avvenuta la sera prima ha provocato il rinvio di una settimana.
Egan sarà il nono arcivescovo della Grande Mela. È nativo di Chicago, conosce bene Roma ed è molto conosciuto nei sacri palazzi. Newsweek (22 maggio) lo ha definito l’uomo dei sogni del Vaticano (The Vatican’s “Dream Man”). Completati i suoi studi seminaristici nell’Urbe, qui è ordinato sacerdote nel ’57. Nel ’58 torna nella sua Chicago dove diventa segretario del cardinale Albert Meyer. Nel ’60 è di nuovo nella Città eterna dove è vicerettore del Pontificio Collegio Nordamericano e nel ’64 consegue il dottorato in diritto canonico, summa cum laude, alla Gregoriana. Di nuovo a Chicago, diventa segretario del cardinale John Cody, successore di Meyer. Nel ’71 ritorna nella Città eterna come giudice del Tribunale della Sacra Rota. Per quindici anni rimane a Roma, dove, tra l’altro, insegna alla Gregoriana. È uno dei tre sacerdoti statunitensi tra gli 88 non cardinali autorizzati ad assistere al secondo conclave del ’78. Tra l’82 e l’83 fa parte dell’équipe di sei canonisti che aiuta Giovanni Paolo II nella revisione finale del nuovo Codice di diritto canonico. Nell’85 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare ma non di Chicago (indiscrezioni parlano di un veto di Joseph Bernardin, allora alla guida dell’arcidiocesi dell’Illinois) bensì di New York (secondo indiscrezioni giornalistiche, O’Connor ha subìto più che auspicato questa nomina). La consacrazione episcopale avviene nella Basilica romana dei Santi Giovanni e Paolo, ed è officiata dal prefetto della Congregazione per i vescovi, cardinale Bernardin Gantin. Dopo soli tre anni, nell’88, Egan viene trasferito nella diocesi di Bridgeport. Nella nuova diocesi si dà molto da fare: ristruttura le scuole cattoliche e potenzia il seminario, tanto che la sua diocesi è ora quella col maggior numero di sacerdoti, proporzionalmente al numero dei cattolici, di tutto il nord-est degli Usa. Per queste attività raccoglie, dal ’95, donazioni per circa 28 milioni di dollari. Egan affronta “di petto” anche un problema che assilla non poche diocesi statunitensi, quello delle accuse di pedofilia rivolte a sacerdoti che spesso si risolvono in via extragiudiziale con pesanti esborsi da parte delle curie diocesane. Egan per alcuni casi che hanno coinvolto sacerdoti di Bridgeport ha cercato di evitare questi esborsi affermando che i sacerdoti non possono essere considerati “dipendenti” della diocesi, che quindi non può essere considerata responsabile dei crimini in questione.
Secondo indiscrezioni O’Connor non ha posto veti di sorta sulla nomina di Egan come suo successore; ma non era tra i suoi preferiti, che invece erano Justin Francis Rigali, arcivescovo di Saint Louis ed ex segretario della Congregazione per i vescovi, e due suoi ex ausiliari: Edwin F. O’Brien, ordinario militare, e Henry Joseph Mansell, vescovo di Buffalo.


Edith Stein
«Si lavora perché venga proclamata dottore della Chiesa»

Edith Stein, canonizzata nel ’98 e proclamata lo scorso anno compatrona d’Europa, sarà dichiarata anche dottore della Chiesa? «Si lavora per questo. I tempi saranno lunghi, tutto dipende dalla Congregazione per la dottrina della fede, ma papa Wojtyla ne sarebbe entusiasta ed ha chiesto di lavorare per verificare se questa filosofa e teologa possa essere dichiarata dottore della Chiesa». Lo ha rivelato il domenicano Abelardo Lobato, presidente della Pontificia Accademia Romana di San Tommaso d’Aquino e di Religione cattolica, nel corso di un convegno sul femminismo ospitato il 19 maggio presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum.


Altari
Beatificati i pastorelli di Fatima. Ventisette santi dal Messico

Il 21 maggio Giovanni Paolo II ha proclamato 27 nuovi santi, tutti messicani, 25 (22 sacerdoti e tre laici) dei quali martiri della persecuzione massonica e anticlericale degli anni Venti e Trenta. Il 13 maggio erano stati beatificati i pastorinhos di Fatima: Francesco e Giacinta Marto.
Con queste cerimonie il numero dei santi proclamati sotto l’attuale pontificato è salito a 324 (erano stati 296 dal 1594 a Paolo VI compreso), quello dei beati è arrivato a 991 (827 dal 1609 a Paolo VI compreso).


Governo Usa
Gesuiti terroristi. Anzi no

Il 1° maggio il Dipartimento di Stato Usa ha pubblicato il rapporto annuale titolato Tendenze globali del terrorismo. A sorpresa nel capitolo dedicato ai guerriglieri colombiani dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) si affermava che il gruppo era stato «formato nel 1965 da sacerdoti gesuiti ispirati da Fidel Castro e Che Guevara». Pronta la reazione dei Gesuiti. Il provinciale colombiano, padre Oracio Arango, ha mandato immediatamente una lettera di protesta all’ambasciatore Usa a Bogotá.
Dopo cinque giorni, con un comunicato diffuso la sera del 5 maggio, il Dipartimento di Stato americano ha fatto marcia indietro: ha dichiarato che la notizia era «assolutamente falsa», spiegando genericamente che si era trattato di una «affermazione errata (misstatement) che non era stata corretta durante il processo editoriale». Il Dipartimento di Stato ha porto poi «le più sincere scuse alla comunità gesuita» assicurando che «non c’è stata alcuna intenzione di denigrare la Compagnia di Gesù o la sua opera pastorale nel mondo». La frase incriminata è stata espunta anche dal sito internet del Dipartimento di Stato che ospita il testo del rapporto annuale.


L’Osservatore Romano/1
La «pia morte» di un vescovo presso un centro lefebvriano

L’Osservatore Romano del 14 aprile ha dato notizia del decesso di monsignor Salvador L. Lazo, ottantaduenne vescovo emerito di San Fernando de la Union, nelle Filippine. Il quotidiano della Santa Sede ha pure scritto che la «pia morte» era avvenuta l’11 aprile «presso il Priory of Our Lady of Victories Church in Quezon City (Manila)». La curiosità sta nel fatto che il luogo citato è la sede della comunità lefebvriana delle Filippine. Monsignor Lazo infatti non aveva mai nascosto le sue simpatie per il vescovo francese e per i suoi seguaci.


L’Osservatore Romano/2
Montanelli e il desiderio della fede

Venerdì santo 2000, 21 aprile, si è tenuta la consueta omelia del predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, dal titolo Tutto è compiuto. Ad un certo punto il francescano ha detto: «Uno di questi uomini, ben noto agli italiani, che da novant’anni sta a quella finestra, ha fatto sentire di recente il suo grido: “Ho sempre cercato Dio e non l’ho trovato. L’ho sempre cercato, perché credo che la fede possa dare una forza straordinaria. Ma non mi sento responsabile o colpevole del fatto che a me questa forza sia mancata. E se Dio lo trovassi gli chiederei: Perché non mi hai dato la fede?”. Vorrei rispondere a questa persona e ai tanti che sono nella sua stessa situazione: forse Dio non ti ha dato la fede perché lo aiutassi a purificare la fede di chi doveva annunciartela e a fargli sentire la responsabilità e l’urgenza di farlo. Tu sai però quello che si sono sentiti rispondere uomini come Agostino e Pascal che avevano posto a Dio la stessa domanda: “Tu non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato”. “Se io non ti avessi già trovato”».
La frase citata da Cantalamessa è di Indro Montanelli, ed è tratta da una intervista concessa al Gazzettino del 22 gennaio 2000. Così almeno si legge nella nota posta nel dattiloscritto dell’omelia del predicatore. Nella versione pubblicata dall’Osservatore Romano del 23 aprile questa citazione è sparita, quindi la persona citata rimane anonima. Così come è sparita una frase di commento dello stesso padre Cantalamessa, immediatamente successiva al brano appena pubblicato. E cioè: «Desiderare senza credere può essere una fede più pura che credere senza desiderare, dando per scontato tutto».


Riviste
Tempo di miracoli

Nel giro di un mese quattro settimanali di diversi Paesi hanno dedicato ampi articoli sui miracoli. Ha cominciato il britannico The Economist (22 aprile, Miracoli al microscopio), poi è arrivato il francese L’Express (26 aprile, Miracoli, istruzioni per l’uso), quindi lo statunitense Newsweek (1° maggio, Cosa significano i miracoli), e infine l’italiano Panorama: 25 maggio, Un miracolo? Vale un milione (di fedeli).


Napoli
Miracolo record di san Gennaro

Il 6 maggio si è ripetuto il miracolo della liquefazione del sangue di san Gennaro. L’evento si è verificato in modo inusuale: il sangue del patrono, infatti, era già parzialmente liquefatto quando il cardinale Michele Giordano ha estratto le ampolline dalla cassaforte per la tradizionale processione nel centro storico cittadino.


Gennari
Quando Piolanti dichiarò formalmente decaduto Paolo VI

«Quando Paolo VI in Concilio chiese perdono e definì la Chiesa “insieme santa in Cristo e peccatrice nei suoi membri”, senza esplicitamente escludere papi e papato, fu un trauma. Antonio Piolanti, rettore magnifico della Pontificia Università del Laterano, davanti a centinaia di alunni affermò in aula che il Papa, come “eretico”, era formalmente decaduto». Lo ha ricordato Giovanni Gennari sul Corriere della Sera del 28 aprile in un commento dedicato al mea culpa di Giovanni Paolo II.


Retroscena
Piccolo neo ecumenico nella visita papale in Egitto

«Purtroppo l’incontro con papa Petros VII, il patriarca di Alessandria e di tutta l’Africa per i greco-ortodossi, non ha avuto luogo. Per l’incontro, il Patriarca chiedeva che il Papa si recasse nella sua residenza di Alessandria – come aveva fatto per Shenuda III –, cosa impossibile, perché Alessandria non rientrava nell’itinerario papale programmato. Si propose come compromesso Il Cairo, ma i greco-ortodossi preferivano Hamzawi, località troppo vicina purtroppo ad Al-Ahzar, che la polizia ritenne impraticabile per ragioni di sicurezza. Così non se ne fece nulla». Questo particolare, non riscontrabile negli articoli riguardanti la visita di Giovanni Paolo II in Egitto svoltasi dal 24 al 26 febbraio, si trova nel resoconto del pellegrinaggio scritto da padre Edmond Farahian per La Civiltà Cattolica del 6 maggio (p. 282, nota 40).


Assemblea Cei
Corti e Plotti vicepresidenti. Antonelli confermato segretario generale

Dal 22 al 26 maggio si è svolta a Collevalenza (Pg) la XLVII Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. Nel corso dell’assemblea sono stati eletti due nuovi vicepresidenti della Cei. Era in scadenza infatti il mandato quinquennale (non immediatamente rinnovabile) del cardinale arcivescovo di Genova Dionigi Tettamanzi e del vescovo Alberto Ablondi di Livorno. Per l’Italia settentrionale ce l’ha fatta al primo turno Renato Corti, lombardo, 64 anni, dal ’90 vescovo di Novara e precedentemente (’81-90) ausiliare di Milano. Per l’Italia centrale l’ha spuntata Alessandro Plotti, bolognese, 68 anni, dall’86 arcivescovo di Pisa e precedentemente (’81-86) ausiliare di Roma. Plotti è passato solo al ballottaggio dove ha prevalso su Lorenzo Chiarinelli, reatino, 65 anni, vescovo di Viterbo (anche cinque anni fa per l’Italia centrale si arrivò al ballottaggio, quella volta Ablondi prevalse proprio su Plotti).
Il 25 maggio è stato annunciato poi che Giovanni Paolo II ha confermato per il prossimo quinquennio Ennio Antonelli, 63 anni, arcivescovo emerito di Perugia, nella carica di segretario generale della Cei.


Referendum
Bertinotti: fallito il progetto dell’89

«Nell’89 hanno aperto un ciclo. Con una parte destruens, lo scioglimento del Pci, e una parte construens: lo sblocco del sistema politico, l’alternanza bipolare attraverso il forcipe del maggioritario. Una sinistra moderata alleata con il centro, che vince. Il progetto è fallito». Così Fausto Bertinotti (su la Repubblica del 25 maggio) ha spiegato «l’abbaglio» preso dai leader dei Democratici di sinistra fautori del sì al referendum pro-maggioritario del 21 maggio. Referendum abortito perché ha votato solo il 32% degli elettori.

Francia
Nuovo ordinario militare (nonostante le perplessità del governo)

Il 22 maggio è stata annunciata la nomina del vescovo Patrick Le Gal a ordinario militare di Francia. Secondo la stampa transalpina la nomina in questione è avvenuta nonostante le perplessità del ministro della Difesa francese, il socialista Alain Richard, che giudicava Le Gal troppo di destra. Il presule, 47 anni, dal ’97 ad oggi vescovo di Tulle, è il più giovane vescovo francese ed è tra i più conservatori dell’episcopato.


Curia
Scelzo sottosegretario alle Comunicazioni sociali

Il 16 maggio Angelo Scelzo è stato nominato sottosegretario del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali. Salernitano, 53 anni, dal ’94 al ’96 è stato direttore di Fides, l’agenzia di Propaganda Fide; successivamente è stato chiamato a dirigere l’area comunicazioni del Giubileo, incarico che continuerà a ricoprire. Scelzo è il secondo laico a ricoprire un incarico di rilievo nella curia romana. L’altro è Guzmán Carriquiry, dal ’91 sottosegretario del Pontificio Consiglio per i laici.


Diplomazia/1
Accordo Santa Sede-Lituania

Il 5 maggio sono stati firmati a Vilnius tre accordi tra la Santa Sede e la Repubblica di Lituania. Il primo riguarda questioni giuridiche; il secondo è dedicato alla collaborazione in campo educativo e culturale; il terzo concerne la pastorale dei cattolici in servizio nell’esercito. In base a questi accordi, tra l’altro si stabilisce che al matrimonio canonico vengono riconosciuti gli effetti civili; si garantisce il diritto alla cura pastorale negli ospedali e nelle carceri e l’equiparazione tra scuole cattoliche parificate e scuole pubbliche; viene regolato l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche; è prevista l’erezione dell’ordinariato militare.
La Lituania è la Repubblica percentualmente più cattolica tra quelle ex sovietiche. Prima della Lituania, comunque, avevano firmato degli accordi con la Santa Sede le repubbliche di Estonia (di tradizione protestante) e quelle di Kazakistan e Kirghizistan (a maggioranza islamica). Presidente della Repubblica baltica è dal ’98 Valdas Adamkus, un lituano-americano tornato in patria dopo la fine del comunismo. In precedenza (dal ’92) era stato il postcomunista Algirdas Brazauskas.


Diplomazia/2
Rapporti diplomatici Santa Sede-Gibuti

Il 20 maggio è stato annunciato l’allacciamento dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Gibuti. Il piccolo Stato del Corno d’Africa, indipendente dal ’77 (era colonia francese), conta circa 623mila abitanti, di cui il 2% cattolici, ed è sede di una diocesi. Dallo scorso anno è presidente della Repubblica Ismael Omar Guelleh, che il 26 maggio è stato ricevuto in udienza dal Papa.
La Repubblica di Gibuti porta a 172 il numero dei Paesi con i quali la Santa Sede intrattiene rapporti diplomatici a livello di ambasciata e nunziatura, oltre alle “rappresentanze” della Federazione Russa e dell’Olp.


Diplomazia/3
Nuovo nunzio in Sudafrica

Il 24 maggio l’arcivescovo Francisco Collaço Blasco è stato nominato nunzio in Sudafrica e Namibia e delegato apostolico in Botswana. Il presule, nato nel ’31 nell’allora India portoghese, è nel servizio diplomatico vaticano dal ’61. Ha prestato la sua opera nelle rappresentanze pontificie di Colombia, Australia, Francia, Scandinavia, Honduras e in Segreteria di Stato. Successivamente è stato nunzio a Panama (dal ’77 all’82), Repubblica Dominicana (dall’82 al ’91), Madagascar (dal ’91 al ’96), Bulgaria (dal ’96 ad oggi).


Diplomazia/4
Nuovi ambasciatori di Grecia (niente invito per visitare Atene), Nuova Zelanda, Kuwait, Congo e Ghana

Il 26 maggio ha presentato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore di Grecia presso la Santa Sede, Stelios Rocanas, 58 anni, diplomatico di carriera. Nel suo saluto Rocanas ha fatto cenno al pellegrinaggio giubilare programmato da Giovanni Paolo II, «concluso» con la visita in Terra Santa. In realtà papa Wojtyla aveva programmato, come tappe giubilari, anche Atene e Damasco. Ma da parte del nuovo rappresentante non è venuto il benché minimo accenno di invito per il Papa. Né era previsto, stante il veto posto a qualsiasi ipotesi di questo genere della influente gerarchia ortodossa greca. Rocanas ha comunque auspicato un avvicinamento tra Chiesa cattolica e Ortodossia e ha parlato della «necessità di accelerare il processo di restaurare la nostra [sic] piena comunione cosicché il terzo millennio dell’era cristiana possa trovare la Chiesa di Dio visibilmente unita come era prima del grande Scisma».
Il 25 maggio hanno presentato le lettere credenziali quattro nuovi ambasciatori che non risiederanno nell’Urbe. Si tratta dei nuovi rappresentanti di Nuova Zelanda (Christine Heather Bogle, 47 anni, anche ambasciatore in Spagna), Kuwait (Ahmad Abdulkarim Al-Ebrahim, 54 anni, anche ambasciatore in Francia), Congo (Henri Marie Joseph Lopes, 63 anni, anche ambasciatore in Francia) e Ghana (Harry Osei Blavo, 58 anni, anche ambasciatore in Francia).


Spoleto
Settimana di studi sul tema «Roma nell’Alto Medioevo»

Si è svolta a Spoleto dal 27 aprile al 1° maggio, nel Palazzo Ancaiani, sede del Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo, la XLVIII Settimana di studi sul tema «Roma nell’Alto Medioevo». Di particolare interesse le relazioni di monsignor Victor Saxer, presidente della Pontificia Accademia romana di Archeologia («L’organizzazione ecclesiastica di Roma dal V al X secolo») e di Letizia Ermini Pani, docente di Archeologia medievale all’Università di Roma La Sapienza («Forma urbis: lo spazio urbano tra VI e IX secolo»). La Ermini Pani è responsabile scientifica della mostra «Christiana loca. Lo spazio cristiano nella Roma del primo millennio», che sarà inaugurata il 5 settembre a Roma, presso il complesso del San Michele.


Radio vaticana
Nuovo stop per i fondi Usa all’Onu, bloccati 368 milioni di dollari

Il 20 maggio il senatore repubblicano Judd Gregg del New Hampshire si è avvalso dei suoi poteri di presidente della Sottocommissione stanziamenti per impedire al Dipartimento di Stato di trasferire alle Nazioni Unite i fondi, già approvati dal Congresso, per le missioni di pace in Congo (41 milioni di dollari), Timor Est (181 milioni), Kosovo (50 milioni) e Sierra Leone (96 milioni). Gli Stati Uniti devono alle Nazioni Unite un totale di 1,77 miliardi di dollari, per la maggior parte (1,3 miliardi) destinati al bilancio del peacekeeping. Il segetario generale Kofi Annan ha giudicato «particolarmente vergognoso» il fatto «che gli Stati Uniti, il più prospero e avanzato Paese nella storia del mondo, sia uno dei meno generosi nel destinare parte del suo prodotto nazionale all’aiuto dei Paesi poveri». Queste notizie hanno avuto ampio risalto al Radiogiornale vaticano del 22 maggio.


Sant’Egidio
La Comunità festeggia i 32 anni di storia

Il 9 maggio la Comunità di Sant’Egidio ha celebrato una messa in Santa Maria in Trastevere per i 32 anni della sua storia. La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Roger Etchegaray, la cui omelia è stata pubblicata sull’Osservatore Romano del 12 maggio. Concelebrava anche il cardinale Darío Castrillón Hoyos. Presenti anche altri due cardinali (Giovanni Canestri e Francesco Colasuonno) e l’ex presidente Oscar Luigi Scalfaro.


Ordinazioni
26 nuovi sacerdoti per l’Urbe: otto i romani

Il 14 maggio Giovanni Paolo II ha ordinato 26 nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma. Gli ordinandi provenivano da quattro seminari presenti nell’Urbe: 13 dal Redemptoris Mater (neocatecumenali), 9 dal Romano maggiore, 3 dal Divino Amore e uno dal Capranica. Dei nuovi sacerdoti, i romani erano otto, gli altri italiani otto e i non italiani dieci.




Messori:

«Era Bernadette che vedeva l’Immacolata: gli altri vedevano solo lo stupore di Bernadette»


Bernadette Soubirous

Bernadette Soubirous

«Ave, verum corpus, natum de Maria Virgine! – Ave, vero corpo di Cristo, nato da Maria Vergine! Nato nella pienezza del tempo, nato da donna, nato sotto la legge (cfr. Gal 4,4). Nel cuore del Grande Giubileo e all’inizio di questa settimana dedicata al Congresso eucaristico, torniamo a quell’evento storico che ha segnato il pieno compimento della nostra salvezza. Pieghiamo le ginocchia come i pastori davanti alla cuna di Betlemme; come i magi venuti dall’Oriente adoriamo Cristo, salvatore del mondo. Come il vecchio Simeone, lo stringiamo tra le braccia benedicendo Dio, perché i nostri occhi hanno visto la salvezza che Egli ha preparato davanti a tutti i popoli: luce per illuminare le genti e gloria del popolo d’Israele (cfr. Lc 2, 30-32)». Così Giovanni Paolo II nell’omelia pronunciata la sera del 18 giugno durante i vespri che hanno segnato l’apertura del XLVII Congresso eucaristico internazionale, sul tema “Gesù Cristo, unico salvatore del mondo, pane per la nuova vita”. Nell’omelia, particolarmente arricchita di citazioni latine («In supremae nocte cenae... se dat suis manibus»; «Ave, verum corpus... vere passum, immolatum, in cruce pro homine!»; «Adoro te devote, latens Deitas,/quae sub his figuris vere latitas»; «O Iesu dulcis, o Iesu pie,/o Iesu, fili Mariae!»), il Papa ha ribadito che nel Congresso eucaristico internazionale «è ravvisabile il cuore di tutto l’Anno Santo».
Giovedì 22 giugno, nell’omelia pronunciata durante la solenne celebrazione del Corpus Domini, Giovanni Paolo II ha citato la locuzione «nelle sue mani sante e venerabili», tratta dal Canone romano.




Mito o realtà.

Il peccato originale, Bobbio e Enzo Bianchi


La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre

La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre

Il saggio di Bobbio su filosofia e religione pubblicato su Micromega (n. 2/2000) ha suscitato numerose reazioni anche nel mondo cattolico. Su la Repubblica (3 maggio) interviene Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, intervistato da Silvia Giacomoni. La giornalista ad un certo punto dice: «... le sue [di Bobbio] osservazioni sembrano derivare dal bisogno di opporsi alle letture fondamentaliste della Bibbia, che non sono condivise della [sic] Chiesa di Roma». Risposta di Bianchi: «Questo vale anche per quello che Bobbio dice sul peccato originale, mito cui si rifiuta di credere. Ma oggi nessuna Chiesa cristiana vede nella storia di Adamo ed Eva il motore di un meccanismo perverso per cui il peccato si eredita senza colpa alcuna».




Pintor.

Quando la Chiesa scopre di aver lavorato per il re di Prussia


Giovanni Paolo II durante la cerimonia 
di apertura della Porta Santa in San Pietro 
lo scorso dicembre

Giovanni Paolo II durante la cerimonia di apertura della Porta Santa in San Pietro lo scorso dicembre

«Non vedo un travaglio della sinistra. La sinistra governativa sembra molto appagata. Non si pone grandi problemi, non fa i conti con quasi nulla ad alto livello. Non farei questo paragone con la crisi profondissima, tragica della Chiesa cattolica e della religiosità. Noi abbiamo l’impressione che il Pontefice e la Chiesa di Roma siano potentissimi ma l’incidenza nelle coscienze è molto giù. Vedo nel comportamento del Papa questo senso di decadenza. Gli do importanza come sintomo di una crisi e in quanto tale mi interessa moltissimo [...]. La Chiesa si sente a disagio, travolta. Ha contribuito a sconfiggere il comunismo, ma scopre di avere lavorato per il re di Prussia, perché il mondo ha preso una direzione che emargina i valori cristiani. E nel comportamento del Papa, pure in questi rituali barocchi e pomposi, non ho avuto l’impressione di una recita ma di un dramma. Forse anche personale. Forse il Papa ha paura di andare all’inferno». Così Luigi Pintor in una intervista concessa al Corriere della Sera dell’11 aprile. Pintor inoltre accenna alla «condizione umana [che] è indecifrabile e penosa. E questo ti fa aspirare a una qualche trascendenza. Resta [...] una dimensione ineffabile, una sorta di mistero. [...] Ma il Papa, senza essere Dio, sembra interrogarsi sul destino dell’uomo. Tutto dovrebbe partire da questo interrogativo. Palmiro Togliatti, che amava dialogare di queste cose con il cardinale Ottaviani, si sarebbe tuffato su una tale novità vaticana [...]. Ma la politica contemporanea è sensibile solo all’andamento dei listini di borsa. E anche la curia e le banche vaticane sono pagane».


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