Rubriche
tratto dal n.06 - 2006


La posta del direttore


Chi prega si salva: un aiuto 
a confessarsi bene

Chi prega si salva: un aiuto a confessarsi bene

CHI PREGA SI SALVA

Un’ispirazione di Dio
Caltagirone, 31 maggio 2006

Gentilissimo senatore,
la sua è un’ispirazione di Dio per aver pubblicato Chi prega si salva. Recentemente ne ho fatto dono a cento persone, ne desidero ancora cento. Che il buon Dio la benedica per il bene che fa!

Sacerdote Francesco Sinatra,
Caltagirone (Ct)



30giorni: LE UNIVERSITà DI RATZINGER

Una precisazione dall’arcivescovo
ortodosso di Redfern

Redfern, 2 giugno 2006

Gentile signor Andreotti,
sono Stylianos Harkianakis, arcivescovo d’Australia, e le scrivo per chiarire e correggere alcuni dettagli importanti relativi ai miei studi postlaurea presso l’Università di Bonn (ottobre 1958-febbraio 1966).
Nella rivista 30Days (n. 3, 2006, p. 59) da lei diretta, si sostiene che io avrei svolto il mio dottorato sotto la guida del professor Ratzinger, ora sua santità Benedetto XVI, e che avrei fatto “richiesta”, poi “respinta”, di ottenere il dottorato nella Facoltà cattolica.
Per quanto orgoglioso di aver avuto l’opportunità di partecipare alle brillanti lezioni del professor Ratzinger, così come anche a quelle di Johannes Auer (e di aver avuto l’onore di intrecciare una stretta amicizia con entrambi), mi preme far notare come l’argomento della mia tesi (L’infallibilità della Chiesa nella teologia ortodossa) sia, per sua stessa natura, prova lampante del fatto che non mi sarebbe stato possibile presentare tal genere di richiesta.
Con ciò, non intendo negare tutti i benefici morali che mi sono derivati da una così stretta e preziosa amicizia, della quale sono stato sempre grato. In ogni caso, non appena giunto a Bonn, mi trovai costretto, in quanto ortodosso e studioso di teologia dottrinale, a far richiesta, per il mio dottorato, alla Facoltà teologica di Atene. È cosa risaputa, infatti, che tutti i candidati delle Facoltà cattolico-romane fossero tenuti a pronunciare una sorta di giuramento. Cosa che non ero certo disposto a fare. Questo spiega anche perché la mia tesi sia stata redatta in greco.
Il caso dell’altro chierico di cui si parla, Damaskinos Papandreou, è totalmente diverso dal mio, non foss’altro per il semplice fatto che godeva di una borsa di studio romano-cattolica e che la materia dei suoi studi non era di natura dogmatica.
Le sarei grato se volesse provvedere alla necessaria rettifica, come è giusto che sia, per l’accuratezza dell’articolo e la corretta informazione dei suoi lettori.
Devotamente suo,

arcivescovo Stylianos,
Redfern, Australia

L’INCHIESTA SUL LAVORO IN CARCERE

Possa portare frutti positivi a chi è recluso

Sardagna, 5 giugno 2006

Egregio senatore Giulio,
sono padre Gianni Beraldo che le scrive di propria mano per ringraziarla di aver affrontato i problemi grossi della giustizia e del lavoro nelle carceri. Sono sei anni che entro qui nella Casa circondariale di Trento e ormai “so” cosa significa la parola “carcerato”. Sentire che lei, in qualità di direttore della rivista 30Giorni, ha voluto toccare questo tema, mi ha fatto un grande piacere. Questa mia vuole essere un modo molto semplice e cordiale per farle “sentire” la mia riconoscenza e la mia solidarietà. So che è una “goccia”… ma unita a tante altre, può formare un piccolo fiume e portare benefici ai tanti che soffrono dentro le celle stracolme delle nostre carceri italiane. Trento, ad esempio, ha una capienza di cento detenuti e ne sopporta attualmente centosettanta! Durante le quattro ore di scuola settimanali (insegno “religione”), ho modo di sentire le pene e le sofferenze di questi ragazzi; pene e sofferenze che per gli stranieri si fanno ancor più dolorose! Onorevole senatore, voglio invocare su di lei e sulla sua iniziativa la benedizione divina. Confidenzialmente volevo comunicarle che sono sacerdote giuseppino del Murialdo e quando fui consacrato, nel 1976, lei regalò a tutti noi, eravamo in undici, una stola che ancora uso! Nell’indossarla la ricorderò volentieri e con riconoscenza.
È consuetudine terminare con un augurio: possa la rivista da lei diretta portare frutti positivi a quanti sono nel dolore e nella sofferenza perché rinchiusi in un carcere.
Cordialmente la saluto e auspico tanto bene per lei e per le sue iniziative.
Con stima,

padre Gianni,
Sardagna di Trento







LETTERE DAI MONASTERI



oblate benedettine del Monastero “Sainte FranÇoise Romaine”
Gerusalemme

La visita del rabbino capo di Roma alla moschea apre una possibilità
di speranza

Gerusalemme, sabato 10 giugno 2006

Signor senatore,
terminiamo in comunità la lettura del numero 3 della rivista 30Jours [30Giorni in edizione francese] che riceviamo grazie alla sua generosa intenzione.
Siamo molto colpite dal posto che occupa nella sua rivista l’informazione sui legami tra le religioni e in particolare il giudaismo e l’islam.
La nostra situazione in Israele, coinvolte come siamo nel dialogo giudeo-cristiano e abitando nel luogo della bella chiesa dell’Emmaüs des Croisés, al centro di un villaggio interamente musulmano, ci rende particolarmente attente e sensibili a ciò che succede agli ebrei, i nostri fratelli maggiori, e ai musulmani. La visita del rabbino capo di Roma alla moschea di questa stessa città apre un futuro di speranza.
Le pagine che ricordano gli anni in cui sua santità Benedetto XVI era un giovane professore ci hanno appassionato.
Voglia trovare in queste righe, signor senatore, l’espressione della nostra gratitudine e l’assicurazione della nostra preghiera per il sostegno di tutta la sua équipe.
La comunità del monastero
“Sainte Françoise Romaine” in Israele



Carmelitane del monastero “SÃO José”
Rio Grande, Rio Grande do Sul, Brasile

Grati per l’abbonamento gratuito

Rio Grande, lunedì 27 marzo 2006
Regina del Carmelo, prega per tutti noi!
Egregio signor senatore, Giulio Andreotti, direttore della rivista 30Giorni,
la nostra comunità si sente profondamente riconoscente per il privilegio di ricevere gratuitamente l’abbonamento all’autentica e profonda rivista che conosciamo: 30Dias [30Giorni in edizione portoghese]!
Grazie per l’apprezzamento che lei dimostra verso la vita contemplativa.
Da questo monastero São José delle Carmelitane Scalze nel sud del Brasile, aggiungiamo a quanti altri lo fanno l’intercessione per le sue intenzioni e iniziative per il bene della Chiesa di Cristo.
Le offriamo in questa Santa Pasqua la nostra festa di preghiera e l’infinita gratitudine per le sue realizzazioni.
Con fraterna amicizia in Gesù di Teresa,

suor Teresita da Santa Face O.C.D.,
priora



Carmelo “l’Assomption”
Sebikotane, Senegal

La Vergine Maria Regina del Carmelo ricompensi la sua generosità

Sebikotane, lunedì 27 marzo 2006

Signore,
abbiamo ricevuto il primo numero della rivista 30Jours [30Giorni in edizione francese]. La ringraziamo molto per questo abbonamento gratuito. La Vergine Maria Regina del Carmelo ricompensi la sua generosità.
Di certo, troveremo degli articoli interessanti nella sua rivista, soprattutto affinché la nostra preghiera possa intensificarsi, quando gli avvenimenti del mondo ci interrogano. Le promettiamo le nostre preghiere per il successo del suo apostolato.
Non capiamo bene che suggerimenti potremmo dare, ma forse il Signore ci ispirerà al momento opportuno.
Il nostro Carmelo è situato a 50 chilometri da Dakar, non lontano dal villaggio di Sebikotane, e vicinissimo al seminario maggiore. Abbiamo come cappellani i sacerdoti del seminario e apprezziamo molto il loro fervore e la buona dottrina delle loro omelie, durante la messa. Ci concentriamo sulla preghiera per i nostri giovani seminaristi che si preparano all’ordinazione. Ed essi contano molto sul nostro sostegno spirituale.
Abbiamo anche un piccolo servizio di accoglienza che ci consente di ricevere le religiose che vogliono fare i loro esercizi spirituali nel silenzio del Carmelo e anche giovani alla ricerca della loro vocazione.
La nostra comunità è composta di francesi e africane di diversi Paesi.
Abbiamo ancora con noi due delle nostre fondatrici, venute nel 1950 per la creazione del Carmelo a Dakar. Nel 1953 ci siamo stabilite definitivamente qui, per la vicinanza al seminario maggiore.
Abbiamo buoni rapporti con la gente dei villaggi dei dintorni, soprattutto musulmani. Solo a Sebikotane c’è una buona comunità cattolica.
Ecco un piccolo spaccato del nostro ambiente. L’essenziale è vivere intensamente la nostra bella vocazione del Carmelo.
Con tutti i nostri ringraziamenti, voglia gradire, signore, l’espressione dei miei migliori sentimenti religiosi.

Suor Marie-Agnès de l’Enfant-Jésus O.C.D.

DOMENICANE DEL MONASTERO SAN VINCENZO FERRERI
Prato, Italia

Vogliamo ringraziarla di tanta premura e della sua attenzione per le comunità claustrali

Prato, martedì 2 maggio 2006

Eccellenza,
chi le scrive è l’archivista del monastero San Vincenzo Ferreri in Prato. Voglio testimoniarle la mia riconoscenza e la mia stima per la rivista da lei diretta.
Riceviamo periodicamente 30Giorni e lo leggiamo con entusiasmo. Vi troviamo degli stimoli che ci spingono a pregare e a offrire per i fratelli che sono nel mondo.
Io, come archivista, posso assicurarle che le copie vengono poste nella nostra biblioteca in cui possono accedere le consorelle per consultarle. In seguito le copie di 30Giorni faranno parte dell’archivio come ricerca storica e lì saranno conservate accuratamente.
Vogliamo ringraziarla di tanta premura e della sua attenzione per le comunità claustrali. Siamo liete di sapere che vi sono persone che come lei comprendono il nostro carisma, la nostra scelta e la nostra missione all’interno della Chiesa.
Infine, la ringrazio di cuore per l’invio delle due pubblicazioni Mio fratello Albino e Ciò che conta è lo stupore, che la sua bontà ha voluto inviarci.
Le confermo la mia preghiera e quella della comunità per tutte le sue intenzioni.
Cordialmente in Cristo Gesù,

suor Immacolata Mangini, archivista



Monastero “l’Annonciade”
Saint Doulchard, Francia

Grazie ancora di tutto cuore per questo bel dono

Saint Doulchard, sabato 13 maggio 2006

Caro signore,
le esprimo la mia profonda riconoscenza per l’invio gratuito della sua rivista 30Jours [30Giorni in edizione francese] molto interessante. L’ultimo numero presentava un’intervista molto interessante con uno dei professori e amici del santo padre Benedetto XVI, come pure un servizio su sant’Ambrogio. Ho potuto far sì che la parrocchia Sant’Ambrogio a Parigi potesse avere questo servizio.
Nel nostro mondo attuale, ciò che più mi colpisce è che lei abbia preso l’iniziativa di inviarci gratuitamente questa rivista. Sia certo della nostra preghiera per tutto il lavoro e per la scelta degli articoli da realizzare. Affido tutta l’équipe alla Vergine Maria, soprattutto in questo mese di maggio. Il nostro Ordine: Ordine della Vergine Maria o Ordine dell’Annunziata è stato fondato da santa Giovanna di Francia a Bourges nel 1502 con l’aiuto di un padre francescano, padre Gabriele Maria: ecco il perché di una spiritualità mariana e francescana.
Grazie ancora di tutto cuore per questo bel dono, con profonda riconoscenza e unione di preghiera.

Suor Marie-Bertrand O.V.M.



BENEDETTINE DEL MONASTERO “Mother of the church”
Lagos, Nigeria

Le assicuriamo tutto il nostro sostegno orante attraverso l’adorazione perpetua
del Santissimo Sacramento

Lagos, mercoledì 20 giugno 2006

Ave, Mater Ecclesiae!
Egregio onorevole,
che il Cuore di Gesù sia il suo cuore! La informiamo che abbiamo ricevuto alcuni numeri della rivista 30Giorni nella Chiesa e nel mondo. Le siamo molto grate per la sua carità. E costantemente innalziamo le nostre lodi a Dio per il dono della sua vita, testimonianza pratica di genuina e semplice vita evangelica nel mondo. Inoltre preghiamo affinché la sua rivista possa raggiungere una tiratura sempre maggiore per diffondere la verità.
Personalmente conoscevo già 30Giorni nella Chiesa e nel mondo, quando ero in Italia; in Nigeria è sua eminenza il cardinale Anthony O. Okogie, arcivescovo di Lagos e fondatore del monastero, che ce la invia ogni volta che la riceve. Ci permettiamo ancora di chiederle se fosse possibile avere le vostre pubblicazioni Chi prega si salva, Dottrina cristiana (voll. I-II), il suo 1948 e l’abbonamento alla Traccia, dato che il nostro monastero, dedito esclusivamente alla contemplazione attraverso l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, ha come fine specifico il sostegno orante per il Santo Padre e la gerarchia ecclesiastica, e vive nella radicale povertà affidandosi completamente alla Divina Provvidenza: «Banca senza fondo» (san Massimiliano M. Kolbe).
La ringraziamo di tutto e assicuriamo a lei, alla sua famiglia e ai suoi collaboratori le nostre preghiere, sicuri di essere sempre nel Cuore di Dio: l’Eucaristia.
In Corde Matris Ecclesiae,

suor Maria Benedetta di Gesù e comunità









LETTERE DALLE MISSIONI


Sopra, 
una  pompa per
l’approvvigionamento 
idrico per due scuole 
e quattro villaggi

Sopra, una pompa per l’approvvigionamento idrico per due scuole e quattro villaggi


Kanisa katoliki Pawaga
Iringa, Tanzania

Progetto: pozzi artesiani

Iringa, giovedì 18 maggio 2006


Stimatissimo signor senatore Giulio Andreotti,
chi le scrive è un missionario della Ciociaria, di Vico nel Lazio (Frosinone). Mi chiamo padre Sergio Antonucci, un po’ vecchio di vita missionaria (45 anni qui in Tanzania, a Iringa) ma felice e contento di avere speso la mia vita per l’Africa mia (non per la mia Africa!). Prima di tutto la ringrazio sentitamente per la lettera in cui si rallegra di farci dono della sua encomiabile rivista 30Giorni, che ci arriva puntuale. Personalmente la divoro d’un fiato. In verità sono toccanti le sue intenzioni in questa lettera di aprile 2006; ne riporto solo alcune: «Ai missionari italiani ovunque operanti vogliamo d’ora innanzi trasmettere il nostro messaggio giornalistico. Lieti se vorranno scriverci sulle loro esperienze e sulle realtà nelle quali operano». Le prometto che la farò partecipe della nostra realtà missionaria e di questo paese, Pawaga. Signor senatore, forse lei ha dimenticato il novello missionario di Vico nel Lazio (18 aprile 1960), giorno della mia prima messa. Certo lei non c’era a giubilare con me, ma era presente con un suo indimenticabile dono: una stola ricamata in oro e una cotta. Portai con me questi preziosi doni per tutto il corso della mia esperienza di missione, finché un giorno ne feci anch’io dono a una missione priva di sacri paramenti! Signore senatore, grazie, la mia preghiera per lei.

Affezionatissimo
padre Sergio Antonucci, missionario della Consolata


La missione di Pawaga (Iringa, Tanzania) si trova nel mezzo della Rift Valley, la famosa spaccatura dell’Africa che si sviluppa lungo i laghi Niassa, Tanganika, Vittoria e segue tutto il percorso del Nilo, riprendendo poi a snodarsi lungo l’insenatura del Giordano, fino alla Siria. A Pawaga le piogge sono assai scarse: da novembre a gennaio, dopo di che il sole picchia implacabile fino ai 38 gradi all’ombra. Ai primi acquazzoni il deserto rifiorisce d’incanto, ma troppo presto ricomincia la sua triste agonia. A soffrire non è solo la natura ma soprattutto le persone e gli animali, sempre in marcia alla ricerca di un po’ di acqua, fonte di vita. Noi missionari siamo chiamati ad affrontare la sfida di sopravvivenza, cibo per i poveri e acqua per gli assetati. Ci stiamo attivando affinché gli abitanti della nostra parrocchia (circa 28mila) abbiano aiuto e sostegno nella loro lotta per la vita. Abbiamo preso questo impegno aiutati sempre dalla gente locale a scavare pozzi artesiani per il necessario approvvigionamento di acqua. Abbiamo preso in considerazione specialmente cinque località dove c’è maggiore afflusso di persone: le carceri di Pawaga, Ikorongo, Ilambalyelu, Kinyika e Magombwe. Ogni villaggio presenta delle caratteristiche particolari.



MISSIONARI COMBONIANI
Santo Domingo de Los Colorados, Pichincha, Ecuador

Preghiamo per lei e per la rivista e si ricordino della nostra gente e di noi nelle loro preghiere

Santa María, domenica 7 maggio 2006

Onorevole e stimato senatore Giulio Andreotti,
mai avrei sognato di doverle scrivere e ora mi tocca farlo per ringraziarla sinceramente dell’invio di due numeri della rivista 30Giorni, arrivati fino alla mia missione. Le scrivo non dal centro della missione, ma da una grossa comunità di 4mila abitanti, a un’ora verso sud dal centro della missione, che si chiama Santa María, e la macchina da scrivere è abbastanza vecchia. In questa grossa comunità lavorano tre missionarie laiche ecuadoriane e fanno molto bene.
Nel centro della missione siamo tre sacerdoti missionari: uno spagnolo, l’altro africano del Sudan e il terzo sono io, italiano della Bergamasca. Da quasi due anni abbiamo anche tre suore salesiane, due ecuadoriane e una vicentina. Come vede, siamo una comunità missionaria internazionale o globalizzata, come si usa dire adesso.
Sono un vecchio missionario, ordinato nel 1961 a Milano e, dopo due anni in Spagna, all’inizio della presenza comboniana in quella nazione, sono stato mandato in Ecuador, dove i Comboniani erano arrivati da cinque o sei anni. Da allora sono sempre rimasto in Ecuador, tra gli indios delle Ande, tra i neri di Esmeraldas e la tribù india dei Cayapas della costa, e, adesso, da venti anni, tra i manabiti della costa. Più volte mi è toccato iniziare nuove missioni. Questa in cui mi trovo ora ebbe inizio nel 1997.
Abbiamo più di cinquanta comunità, alcune delle quali molto isolate, che si raggiungono con il cavallo e con il mulo. In tutto gli abitanti sono alcune decine di migliaia. Ci aiutano molto i ministri laici che si trovano in ogni comunità e senza di essi potremmo fare ben poco.
Nella nostra missione abbiamo una pastorale educativa che si occupa di circa 1.700 bambini e che coinvolge anche i genitori. Questa pastorale è sostenuta da Comunione e liberazione, attraverso il padre Valter Maggi, che è anche vicario episcopale della educazione della nostra arcidiocesi. Per tutto questo, come può vedere, siamo un po’ parenti anche della rivista 30Giorni.
La nostra gente è nella sua stragrande maggioranza “campesina”, una categoria di persone dove la povertà è molto diffusa e, oltre alla povertà, ci sono vari problemi di salute, di educazione, di vie di comunicazione, ecc.
Sono contento e ringrazio il Signore per tutti questi anni di vita missionaria e posso ben dire che sono stati anni di sofferenza, di lotte, di delusioni, ma anche di tanta gioia e di tanti buoni frutti, doni del Signore.
La rivista di cui è direttore ci aiuta a essere al corrente di tante cose della nostra amata Chiesa e a sentire con la Chiesa.
La ringrazio di nuovo e di tutto cuore del dono della rivista, cui auguro buon esito per il bene di molti e per il Regno di Dio.
A lei, come direttore, faccio i più sinceri auguri di ogni bene. Preghiamo per lei e per la rivista e si ricordino della nostra gente e di noi nelle loro preghiere.
Saluto nel Signore e nella Madonna.
Il Signore la e vi benedica.

Padre Alberto Ferri


SAVERIANI DELLA Saint PAUL CATHOLIC MISSION
Benakuma, Bamenda, Camerun

Non ho niente di particolare da raccontare che altri missionari
non abbiano già espresso: sono solo un umile servo nella vigna del Signore


Benakuma, venerdì 19 maggio 2006

Caro signor Giulio,
pace e bene! Ho ricevuto di recente le prime due copie dell’abbonamento che 30Giorni intende sobbarcarsi a favore dei missionari all’estero. Ho gradito moltissimo questa offerta fino alla commozione. Era da tempo che avevo intenzione di fare l’abbonamento io stesso. Poi il pensiero del costo, e il fatto che per me è molto difficile comunicare con il mondo dei vivi fuori dalla mia zona mi han sempre fatto posporre la decisione di abbonarmi.
Sono un missionario saveriano anziano, 73 anni, con trent’anni di missione in Africa. Ho iniziato nel Congo nel lontano 1967. Mi trovo nel Camerun da quasi vent’anni, nella zona anglofona al confine con la Nigeria. Non ho niente di particolare da raccontare che altri missionari non abbiano già espresso, oppure realizzato; sono solo un umile servo nella vigna del Signore, senza pretese.
La zona di lavoro è vasta, isolata e segregata dal resto del Paese. Soprattutto all’inizio mi pareva di essere capitato in un campo di concentramento. Niente luce, posta, telefono, nemmeno un cellulare, niente servizi pubblici, niente strada, degna di tale nome, niente servizi sanitari o dottore in residenza, scuola malandata in tutti i sensi. Questa la situazione in cui mi trovo dall’inizio. Ci sono stati dei progressi in questi ultimi anni, ma poco di fronte ai crescenti bisogni. Durante tutti questi anni ho cercato di fare del mio meglio; con un po’ di presunzione potrei dire: l’impossibile per portare avanti un po’ di promozione umana in vari settori. Grazie a Dio c’è qualche risultato, ma è come una goccia nel mare. Ci siamo sforzati di aprire scuole per diminuire l’analfabetismo, rinnovare centri di sanità, portare acqua potabile in paese, rendere la strada viabile e cose simili, tanto da poter dire che questa gente non è completamente abbandonata.
Come dicevo, niente di straordinario, poiché tanti altri missionari si occupano di ciò nella stessa maniera e anche meglio, però sempre con tante fatiche e difficoltà.
Io la ringrazio vivamente per il dono dell’abbonamento a 30Giorni. Mi offre l’occasione di dare uno sguardo sul mondo e soprattutto sulla Chiesa nella sua universalità. Abbiamo bisogno di simili riviste e aiuti per non fossilizzarci mentalmente; al contrario per essere anche noi membri vivi della Chiesa.
Caro senatore Giulio, le assicuro il mio povero ricordo al Signore perché possa continuare la sua missione di bene in Italia e nel mondo.
Cordiali e fraterni saluti.

Padre Italo Lovat


MISSIONARI SAVERIANI
São Paulo, Brasile

Ha colpito la mia attenzione la foto di pagina 52 del numero doppio di gennaio perché vi ho incontrato tutti e due: lei e don Giussani a Desio


São Paulo, giovedì 25 maggio 2006

Senatore Giulio Andreotti e redazione di 30Giorni,
con il cuore in festa desidero condividere con voi tutti due eventi speciali per noi missionari Saveriani. Stiamo celebrando e commemorando l’Anno saveriano e quello confortiano.
Ricorrono infatti il 500° della nascita di san Francesco Saverio (1506-2006) e il 75° della morte del beato Guido Maria Conforti (1931-2006).
Ho ricevuto i primi due numeri di quest’anno di 30Giorni! Non ho parole per ringraziarvi. Ho trovato interessantissimo il servizio a pagina 70 sul giovane Joseph Ratzinger, quand’era studente in Germania. E ha colpito la mia attenzione la foto di pagina 52 perché vi ho incontrato tutti e due: lei e don Giussani a Desio per la commemorazione di papa Ratti.
Con sentimenti di stima, di ammirazione e di condivisione dei valori proposti e divulgati,

padre Giovanni Murazzo


CHURCH OF SAINT JOSEPH
New York, NY, Stati Uniti

Da giovane seguivo la vostra rivista. Ora sono contento di riceverla ancora


New York, mercoledì 7 giugno 2006

Spettabile redazione,
sono un missionario italiano in New York City, precisamente in Chinatown. Da giovane seguivo la vostra rivista (e anche Il Sabato). Ora sono contento di riceverla ancora. Se c’è da abbonarsi, mandatemi una nota.
Saluti e sempre avanti.

Padre Walter Tonelotto, missionario




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